Domenica 15 gennaio - II del tempo ordinario - anno B
1Sam 3-19; Sal 40, 2-10; 1Cor 6, 13-20; Gv 1, 35-42
Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà
Seconda settimana del Salterio
Questa domanda è già presente nel Vangelo di oggi. Per giungere alla risposta procediamo con ordine, seguendo lo svolgimento degli avvenimenti. Dopo il battesimo di Gesù, Giovanni Battista continuava la sua missione in mezzo ai discepoli, tra i quali Andrea e un altro anonimo, probabilmente Giovanni, chiamato anche il discepolo amato, rappresentando così ciascuno di noi. Erano fratelli minori rispettivamente di Simon Pietro e di Giacomo.
Accadde che un giorno, mentre Gesù passava, il Battista, fissandolo intensamente, proclamò: "Ecco l'Agnello di Dio!". E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Qualunque persona di fronte alle parole del Battista cambierebbe di maestro. Infatti, mentre seguivano Gesù, questi si volta e prende l'iniziativa con una domanda densa di significato: "Che cosa cercate?". La risposta dei due: "Maestro, dove stai?" è complessa. Riconoscono in Gesù il nuovo Maestro, ma esprimono anche il desiderio di realizzare con lui un'esperienza di vita, come cercano i giovani d'oggi. Gesù coglie l'attesa e risponde non indicando il luogo o l'indirizzo, ma invitandoli ad un contatto diretto: "Venite e vedrete". Lo seguono con prontezza e vedono colui che è la Luce con i propri occhi. "E quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio". Ai due discepoli rimarrà indelebilmente impressa l'ora del primo incontro con Gesù. Non è solo un dettaglio simbolico (la decima ora nell'orario ebraico), ma soprattutto esistenziale, perché segna l'inizio della loro vita con Gesù. Tutta la narrazione assume da quest'ora il sapore di una testimonianza personale. Più che le circostanze dell'incontro, è la persona di Gesù che diventa il riferimento su cui costruire la propria dimora per stare con Lui per sempre. Gesù è il Maestro che non assicura nessuna sistemazione logistica perché "le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo" (Lc 9, 58), ma dona la forza vitale e il senso del camminare: "Io sono la via, la verità e la vita" e "Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto "(Gv 14, 6; 15, 5). Il salto deciso che Cristo richiede ha le caratteristiche di una totalità radicale e la risposta non può essere amatoriale, sentimentale, occasionale o provvisoria.
Nella vita passiamo per tanti tipi di incontri. A mio papà Bortolo piaceva raccontare come era avvenuto il primo incontro (e quasi scontro) con quell'Angela, che sarebbe diventata la fidanzata, moglie e mamma: una famiglia e cinque figli sgorgati da quella scintilla. Ed è sempre interessante ascoltare dalle coppie il racconto di questi momenti decisivi.
Il cammino del discepolo porta ad una scelta per stare con Gesù, affinché la nostra gioia sia piena.