L’autunno è la stagione di maggior rischio per l’influenza aviaria, malattia virale che colpisce prevalentemente gli uccelli selvatici, ma altamente letale per polli, anatre, tacchini e altri animali da cortile. Questo è, dunque, il periodo dell’anno nel quale più importante è l’adozione di misure di protezione degli allevamenti, sia familiari sia di ordinari, riducendo al minimo i contatti con i volatili selvatici.
A ricordarlo sono, al fine di contenere il più possibile il rischio di contagi, i Servizi Veterinari dell’Ulss 2: “La nostra provincia - spiega la dottoressa Eliana Schiavon, direttore dell’Unità operativa di riferimento - è stata coinvolta dall’emergenza influenza aviaria, sottotipo H5N1, da inizio novembre ad oggi, in tre allevamenti familiari di piccole dimensioni nei Comuni di Quinto di Treviso, Villorba e Breda di Piave e in un allevamento ordinario multispecie di Valdobbiadene con oltre mille capi. A seguito dell’emergere delle positività è stato disposto l’abbattimento degli animali e l’istituzione di una zona di protezione di raggio di 3 chilometri e una zona di sorveglianza di 10 chilometri intorno a ciascun focolaio.
La presenza dell’aviaria - ricorda la Schiavon - è un evento “stagionale” che, nella maggior parte dei casi, appare primariamente determinata dal contatto tra gli animali allevati e le specie aviarie serbatoio del virus, in genere gabbiani, gru e anatidi. L’andamento temporale e spaziale delle migrazioni appare un fattore rilevante nell’evolversi dell’epidemia. È opportuno, quindi - sottolinea -, monitorare la presenza del virus negli uccelli selvatici (soprattutto anatidi e altre specie acquatiche) segnalando ai Servizi Veterinari dell’Ulss 2 o alla Provincia il ritrovamento di carcasse di queste specie nel proprio territorio, affinché possano essere sottoposte agli opportuni accertamenti. Lo strumento più efficace per proteggere i nostri allevamenti è l’innalzamento delle cosiddette misure di biosicurezza, cioè quell’insieme di strategie sanitarie che impediscono l’entrata di volatili infetti nell’allevamento - chiarisce il direttore -. Tra le misure utili nei piccoli allevamenti, abbiamo “reti anti-uccello”, coperture o altre strategie idonee a impedire agli uccelli selvatici di prendere contatto con il pollame allevato; è inoltre importante assicurare che gli alimenti e acqua di abbeverata non siano accessibili alla fauna selvatica. Il rischio di trasmissione dell’aviaria dall’animale all’uomo è basso, ma notevoli possono essere i danni per il settore zootecnico avicolo, importante realtà economica anche nel nostro territorio: di qui l’importanza dell’adozione di tutte le possibili misure di prevenzione”, conclude la dottoressa Schiavon.
Per eventuali segnalazioni inerenti l’aviaria i Servizi Veterinari sono a disposizione allo 0422-323753.